IL GIORNALE DI VICENZA: Casa di cura condannata al risarcimento per infezione nosocomiale

Si era infettato durante l’intervento chirurgico e pertanto ora ha diritto ad un risarcimento. Dodici anni dopo l’operazione la Corte d’Appello di Venezia – quarta sezione civile, presieduta da Campagnolo – ha condannato la casa di cura Villa Berica a versare 224 mila euro, oltre a spese ed interessi, ad un pensionato (assistito dall’Avvocato Francesco Carraro di Padova) che venne operato nel febbraio 2010. La protesi che gli era stata impiantata al ginocchio era infettata, e pertanto venne rimossa. Ma il batterio, uno stafilococco, causò seri danni al paziente. Lui e la sua famiglia chiedevano un risarcimento complessivo dei danni pari a 1,8 milioni di euro. 

IL GIORNALE DI VICENZA: Si infetta durante l’operazione al ginocchio, vince anche in Corte d’Appello di Venezia

Si era infettato durante l’intervento chirurgico e pertanto ora ha diritto ad un risarcimento. Dodici anni dopo l’operazione la Corte d’Appello di Venezia – quarta sezione civile, presieduta da Campagnolo – ha condannato la casa di cura Villa Berica a versare 224 mila euro, oltre a spese ed interessi, ad un pensionato (assistito dall’Avvocato Francesco Carraro di Padova) che venne operato nel febbraio 2010. La protesi che gli era stata impiantata al ginocchio era infettata, e pertanto venne rimossa. Ma il batterio, uno stafilococco, causò seri danni al paziente. Lui e la sua famiglia chiedevano un risarcimento complessivo dei danni pari a 1,8 milioni di euro. 

Continua su Il Giornale di Vicenza…

IL GIORNALE DI VICENZA: Caduta sul ghiaccio – La Corte d’Appello di Venezia condanna il Comune di Asiago

Era scivolata su una lastra di ghiaccio, mentre passeggiava in centro per i mercatini di Natale, ed era rimasta seriamente ferita. A distanza di dieci anni, Silvia S., turista padovana, sarà risarcita: la Corte d’Appello di Venezia ha infatti confermato la sentenza del marzo 2019 del tribunale di Vicenza, condannando il Comune di Asiago (per l’amministrazione, in realtà, la compagnia assicurativa) a versarle 2.500 euro per danni patrimoniali, e 35.500 per quelli non patrimoniali, oltre a 5 mila euro di spese legali. In aula, è prevalsa la tesi dell’avv. Francesco Carraro, che aveva promosso la causa per conto della turista.

continua su Il Giornale di Vicenza…

Danni alla circolazione provocati da animali selvatici

In caso di incidenti alla circolazione causati da animali selvatici, la responsabilità dell’ente gestore della strada va valutata caso per caso, in relazione alla specifica situazione di rischio creata dall’attraversamento della strada da parte della fauna.
La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4004/2020, si è pronunciata in merito alla possibilità o meno di configurare una responsabilità in capo all’ente proprietario della strada per i danni subiti da automobilisti a causa dell’improvviso attraversamento di animali selvatici.

Corte di Cassazione, ordinanza nr. 4004/2020

Lezione video: il nesso di causa in ambito civile e il criterio del “più probabile che non”

Un concetto, quello del nesso di causalità, che è alla base del contenzioso medico legale; Francesco Carraro, avvocato esperto in responsabilità sanitaria, ce ne parla partendo dalla sentenza di Cass. 4024 del 2018

Una lezione interessante e “scorrevole” che entra nel cuore del nesso di causalità civilistico. Francesco Carraro, avvocato e scrittore, con chiarezza e semplicità ne parla e affascina oltre 100 discenti collegati via webinar.

E’ una lezione da condividere sul propri profili social perchè la sua conoscenza serve anche ai non giuristi e ai non medici forensi.

E’ chiaro l’intento dell’Accademia della Medicina Legale: “servire” i basilari concetti del diritto e della medicina legale a tutti i cittadini.

vai al video…

Come si calcola il danno patrimoniale da lucro cessante

Con pronuncia depositata il 4 febbraio 2020, numero 2463, la Corte di Cassazione è tornata sul tema del danno patrimoniale da lucro cessante conseguente alla lesione alla capacità lavorativa specifica del danneggiato.

Ci troviamo davanti a tale questione quando la vittima del sinistro non ha ricevuto solo un danno biologico permanente, ma ha riportato anche delle conseguenze in grado di ridurre (in tutto o in parte) la sua capacità di svolgere l’attività lavorativa cui il danneggiato si dedicava al momento dell’incidente.

Già in passato, ci si era posti il problema dei soggetti privi di reddito perché disoccupati o perché in cerca di un lavoro o perché studenti o casalinghe. In tutti questi casi, il criterio cui si faceva riferimento (onde concedere il ristoro del danno da luco cessante a favore di una persona che, di fatto, non lavorava) era quello del triplo della pensione sociale.

Detto parametro era già previsto dalla legge 990 del 1969 e, successivamente, fu recepito anche dal D.lgs. 209/2005 (Nuovo Codice delle Assicurazioni).

continua su Prontoprofessionista…

Anche chi ha “preso una multa” può aver diritto al risarcimento

Capita sovente – agli operatori del settore, ma anche ai comuni cittadini – di chiedersi quale sia la conseguenza dell’omesso rispetto di una norma del Codice della strada quando si tratta di stabilire chi possa essere considerato responsabile di un sinistro. Ci si domanda, cioè, se il fatto di essere incorsi in una contravvenzione e di aver violato una norma del C.d.S. implichi necessariamente una responsabilità esclusiva, o quantomeno concorsuale, nella determinazione dell’evento lesivo.

Non di rado, si finisce per operare una equivalenza indebita tra l’aver “preso una multa” e l’essere quindi, e per ciò stesso (quasi in virtù di una sorta di automatismo) responsabili o corresponsabili di un evento. Invece, bisogna sottrarsi a questa tentazione e ricordarsi che la violazione a una regola di condotta in materia di circolazione costituisce un illecito di tipo amministrativo che non necessariamente comporta l’attribuzione di una corrispondente responsabilità nella causazione di un incidente.

continua su ProntoProfessionista

Danno tanatologico e diritto al risarcimento

Un’ordinanza della Corte di Cassazione, la nr. 32.372 del 13.12.18, è tornata ad affrontare la tematica dei danni di natura non patrimoniale patiti dalla vittima di un sinistro nel breve lasso di tempo intercorrente tra il momento dell’incidente e quello del successivo decesso.

Secondo la Cassazione, il danno tanatologico è il pregiudizio di natura non patrimoniale patito da un soggetto nel ridottissimo periodo di tempo che precede il decesso.

Questo tipo di danno si può concretizzare in una lesione della salute o in un turbamento dell’animo derivante dalla coscienza della morte imminente. Le differenze tra le due fattispecie sono le seguenti.

continua su Pronto Professionista…